lunedì, ottobre 01, 2007

Coincidenze.

COINCIDENZA [co.in.ci.dèn.za] s.f. - Concorso di fatti o circostanze fortuite [...]
Definizione da Giacomo Devoto e Giancarlo Oli, "Il dizionario della lingua italiana", Le Monnier

Prendere la patente è stata un faticaccia. E vorrei sapere chi ha deciso che gli esami di riparazione non servono, perché io, forse un po' in ritardo sui tempi, sono stato promosso a settembre. Peccato ormai la stagione motociclistica sia agli sgoccioli: anche se il buon Dio ha voluto graziarmi con cielo sereno sereno, temperatura mite e traffico moderato durante il cimento, alla fine le nuvole hanno fatto capolino e ne è venuta giù un sacco e una sporta. Ovviamente è venuta giù anche sulla testa del sottoscritto. Stupidamente devo dire... ma con una improbabile sequenza di eventi che forse mi ha salvato la pelle.

Mercoledì pausa pranzo come al solito di fretta, mangio un boccone e prendo il casco per riportare Amarilla ai box visto che nonostante il sereno le previsioni promettono acqua. Arrivato davanti al cancello però... ho come l'impressione che sarà durissima mettere la bimba al riparo, a meno di non sfondare la grata a cascate: ho dimenticato le chiavi. Solo che ormai è tardi, non ho più tempo per ripassare da casa, così vado in ufficio su due ruote.

Alle sei (passate da un pezzo sia ben chiaro, qui si lavora non si cazzeggia!) si parte per l'aperitivo in centro. Moto, non moto, ma si vado in moto. Sbagliato. L'aperitivo tira per le lunghe, non vedo gli amici da un pezzo, si chiacchiera del più e del meno, finché ad un tratto non cade l'occhio su un paio di ombrelli che passano davanti alla porta, poi altri due, poi altri tre, poi un tuono... ma nooo... Fuori piove ma non troppo, nei dieci minuti fino a casa mi sono lavato più per l'acqua alzata dalle auto che per quella caduta dal cielo. Recuperate le famigerate chiavi infilo Amarilla nella tana e me ne vado ad asciugarmi.

Passa qualche giorno e sabato mattina mi prende la voglia pazza di unirmi, finalmente con un titolo legale che attesta il mio diritto di stare su strada a cavallo dei miei due cilindri, agli amici che vanno a girare in Francia. Lei non è della stessa idea. Parte bene, faccio una rampa, tossisce un po', si spegne. E non c'è verso, non tiene il minimo, si spegne. Quando mi accorgo che i tre piani di parcheggio interrato sono più affumicati di un pub irlandese il mercoledì sera desisto, alquanto incazzato, e me ne torno à la maison.

Ho passato un fine settimana di pessimo umore, probabilmente uno degli ultimi con un po' di sole e temperature miti, da neopatentato con la moto ferma. Probabilmente meglio che se la moto fosse partita e io fossi andato a girare, comunque, visto che gli amici in Francia hanno evitato per un soffio un furgone che si credeva una palla da bowling e li credeva birilli. Non posso far a meno di pensare che forse non avrei avuto la prontezza di aprire il gas invece che frenare, o forse non avrei frenato abbastanza, o forse...

Forse dovrei ringraziare Dio, la pioggia e Amarilla. Però poi la porto dal meccanico.

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