sabato, dicembre 15, 2007

Siemens C25 († 2007)

Sono un nostalgico e non lo posso negare, mi affeziono a tutto. Mi affeziono alle persone, e non riesco a dimenticare, ma sono talmente nostalgico da affezionarmi anche agli oggetti e così eccomi qui, all'una di notte di un freddissimo sabato sera davanti al PC, un po' di lenti nelle cuffie, a prendere commiato dal mio C25.

Acquistato alle 17.13 del diciassette aprile millenovecentonovantanove. Avevo 18 anni e ricordo ancora le menate che si facevano agli amici che compravano i primi telefonini, tutti rigorosamente Nokia. Erano tempi. Alla fine decisi di entrare anche io nel novero e all'epoca, credetemi, per uno studentello del quinto anno 399mila Lire non erano poche davvero. Me lo regalai per il mio compleanno, sospetto grazie al contributo dei parentes, ma pochi dei denari che ho speso nel corso della mia vita sono stati meglio investiti.

Ricordo la prima suoneria dedicata ad una persona particolare, e la SIM della Blu comprata per parlare con lei e solo con lei quando si è trasferita a Padova, e ricordo quanto quella suoneria abbia fatto arrabbiare quell'altra persona particolare, conosciuta qualche anno dopo. Ricordo le serate passate a trovare le note del tema di Indiana Jones per il compositore di suonerie (se ne poteva registrare solo una alla volta) e ricordo le notti passate ad aspettare che quello schermo verde si illuminasse per leggere un SMS tanto atteso.

Ricordo che quando, fra i primi qui a Genova, ho attivato un piano tariffario Wind, la compagnia si appoggiava ancora alle reti di TIM e Omnitel (non Vodafone, Omnitel!) e io ero quello che prendeva meglio di tutti... e gli SMS erano gratis!! E quando per la prima volta abbiamo viaggiato in Francia i bombardamenti di messaggi per spiegare il roaming - che per inciso, nel 2007 per me rimane ancora una bestia strana assai.

Ricordo esattamente dove eravamo quando è caduto e si è rotta l'antenna, ma lui imperterrito ha funzionato per altri cinque anni. E quando, dimenticato immancabilmente acceso, squillava mentre facevamo l'amore.

Mentre cercavo, disperato, il primo lavoro, avevo comprato due batterie per averne una sempre carica e non rischiare di perdere la chiamata decisiva per un colloquio.

Gli amici mi hanno deriso per anni per il mio telefonino che chiamavano "citofono", ma che in realtà non è mai stato molto più grande dei loro ultimi modelli scintillanti appena comprati. E mentre piano piano i loro si sono rotti, alcuni caduti, alcuni bagnati, altri spenti per non riaccendersi più, il mio C25 ha continuato a funzionare, un minuto di conversazione dopo l'altro, un SMS dopo l'altro. E mentre uno dopo l'altro i loro sono finiti nell'immondizia qualche giorno fa ho caricato la batteria, ho tolto la SIM, e con cura lo ho riposto nella sua confezione, di quell'arancione così kich che solo una casa tedesca, con le sue istruzioni e il suo scontrino.

Dopo otto anni e mezzo lui ancora funziona, e si godrà la sua meritata pensione. Certo ogni tanto qualche tasto va premuto con forza, certo alcuni non si leggono più ed è vero che la batteria non dura più niente e la cover è tutta rigata ma si sa, ogni vecchio ha i suoi acciacchi.

Con oggi ci separiamo, caro amico, e le parole con cui ci salutiamo siano le prime che ho sentito su di te.



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