domenica, marzo 09, 2008

È un ascensore o cosa?

PROLOGO: Nemmeno un anno è passato da quando Ops è stato assunto dalla società in cui lavora attualmente, ma il nostro è irrequieto e poco soddisfatto, perennemente stanco e a tratti oltremodo stressato. Anche se con meno convinzione di una volta, il contratto a tempo indeterminato sembra averlo rammollito un po', ha ricominciato ha guardarsi attorno e, ecco, hey! questa sembra davvero un'offerta interessate!

I FATTI: Dopo il primo colloquio ho aspettato quasi due settimane prima che il maledetto cellulare squillasse per il verdetto. A ogni minima vibrazione del telefono si è ripetuta la stessa sequenza di eventi: sussulto iniziale, occhiata circospetta per controllare se i colleghi avessero percepito qualcosa, camminata disinvolta fino alla porta, corsa forsennata fino all'angolo della strada. Naturalmente prima di ricevere la telefonata tanto attesa mi hanno chiamato: tutte le compagnie telefoniche nazionali per offrirmi piani tariffari inutili, alcuni amici che si erano dimenticati il numero privato e sono stati adeguatamente ringraziati, alcuni amici che chiamano dall'ufficio con il numero riservato e sono stati ringraziati anche loro, Dio per la consueta chiacchierata del giovedì, alcune agenzie per il lavoro che mi proponevano lavori da studente universitario credendomi forse un recalcitrante fuoricorso, il gommista per avvisarmi che la moto è pronta.

Alla fine è valsa la pena di aspettare perché il primo colloquio è andato bene, ora dovrò parlare con la responsabile HR della casa madre, che sta oltremanica, in Florida. L'appuntamento telefonico è per giovedì alle sei e un quarto.

Così giovedì mi fiondo fuori dall'ufficio alle sei in punto (cosa già sospetta di per sé, visto che almeno mezz'ora di straordinari non me li leva mai nessuno...) e a passo da maratoneta mi avvio a casa. Sono le sei e dieci quando arrivo, chiamo l'ascensore pensando a cosa dire e come dirlo, in inglese, chiudo le porte e l'ascensore parte lentamente.

L'ascensore parte - lentamente - ?!? Io non ho schiacciato nulla! La proiezione mentale del mio colloquio va in frantumi e viene sostituita in un attimo dalle immagini di mille film americani dove la cabina accelera sempre di più, schizza verso il cielo e poi piomba giù e fracassandosi al piano terra con un'esplosione fragorosa. Certamente farà un figurone sulla prima pagina del Secolo di domani.

Con la freddezza di chi è ormai rassegnato a morte certa ho analizzato le azioni a mia disposizione optando velocemente per l'opzione 3, variante c) : spalanca le porte e guarda che succede.

Eheh. Si è fermato. Sono le sei e dodici minuti. Ho tre minuti per uscire di qui.

Il numero del centro assistenza fa bella mostra di sé sulla targhetta metallica sopra la pulsantiera, ma una signorina gentile mi dice che il tecnico arriverà entro un quarto d'ora. Io non ho un quarto d'ora. Ho due minuti. Anche senza considerare l'ansia, l'acustica della cabina dell'ascensore è pessima.

Mi tolgo la giacca e mi sdraio sul pavimento, dondolando un braccio nell'intercapedine in cerca dell'interruttore di sicurezza che sblocca le porte esterne, nel frattempo prego che l'ascensore non riparta improvvisamente lasciandomi con un moncherino sanguinolento (altra bella immagine per il Secolo di domani). L'ascensore non riparte ma non riesco a raggiungere l'interruttore, e mi sento un po' stallone in Cliffhanger quando - idea geniale - mi ricordo conto di avere un fratello. Lo convoco velocemente. Intanto le sei e un quarto sono passate da 3 minuti. Mio fratello, opportunamente istruito, si presenta con il kit di disinnesco bombe e come Joe Morton in Decisione Critica gli insegno l'arte di sbloccare la sicurezza della porta. Clack! Come Indiana Jones rotolo fra il pavimento dell'ascensore e il soffitto, afferro all'ultimo secondo la giacca come fosse l'inseparabile cappello e corro su per le scale. A casa finalmente, sano e con il fiato corto dopo quattro piani di scale. Squilla il cellulare. Hello?

LESSONS LEARNED:
Avete in programma un colloquio di lavoro? Usate le scale.