lunedì, giugno 04, 2007

Felicità!

FELICITÀ [fe.li.ci.tà] s.f. - La compiuta esperienza di ogni appagamento [...] * concr. Avvenimento o stato conforme ai desideri [...]
Definizione da Giacomo Devoto e Giancarlo Oli, "Il dizionario della lingua italiana", Le Monnier

Sono d'accordo, la definizione non è illuminante. Il mio cuore di oggi è come il cuore di un bambino mentre scarta i pacchetti sotto l'albero e capisce che dentro quello che ha in mano c'è proprio il regalo che aspetta. Un regalo a lungo desiderato, di quelli che si schiaccia la faccia contro le vetrine per sbirciarli meglio, di quelli che quando passa la pubblicità in TV si sprecano i sospiri, di quelli che prima ancora di averli in mano si sa già come funzionano, di quelli che tutti gli altri lo hanno già ma lui lo voleva a tutti costi e finalmente eccolo lì, lo guarda con i suoi occhioni azzurri pieni di meraviglia e se lo rigira fra le mani, lo tiene alto sopra la testa quasi in controluce per osservarlo meglio e anche se non vede l'ora di giocarci lo fa vedere a mamma e papà e sa già che se ne vanterà con tutti perché non è che sia più bello o grande o potente degli altri, però finalmente è suo.

Questo mio regalo lo sto cercando dal giorno del mio compleanno. Ho valutato diverse opzioni, girato un sacco di posti, ascoltato troppi consigli. Ma più cercavo di andare a fondo nella questione più mi scoraggiavo e pensavo che anche questa volta avrei dovuto rimandare, che dopotutto non ne ho bisogno, è solo uno sfizio. Ho provato a ripiegare su qualcosa di poco costoso ma non era quello che volevo trovare sotto l'albero. E proprio quando stavo per desistere finalmente eccola quasi nascosta in mezzo a tante altre, la ho notata quasi per caso e ho subito deciso che sarebbe stata mia, è inutile, è stato amore a prima vista. Ho dovuto aspettare che la rimettessero in sesto e intanto schiacciavo la faccia sulla vetrina per riuscirla a intravedere. Fare tutti i documenti per portarla a casa non è stato facile, visto che ormai vivo in ufficio e il mio ufficio fa gli stessi orari di tutti gli altri. Con tutta quella carta sarebbe di certo uscito un bel pacchetto.

Finalmente oggi sono andato a prenderla. Suzuki SV 650. Gialla. Nata di luglio di un po' di anni fa. Sono il terzo proprietario ma non mi importa, perché è il frutto dalla mia fatica di questi mesi. Il motore ha un suono bello pieno, le vibrazioni che trasmette sono fantastiche, l'aria sulla faccia è meravigliosa! Avrei voluto portarla fino a casa ma ancora in mezzo al traffico non mi sento sicuro, però appena siamo arrivati ho spodestato il mio chauffeur e via!

La divisa non era certo quella del centauro, con quel casco ridicolo in testa, di una misura più piccolo, che mi hanno prestato perché ancora non sono riuscito a comprarne uno mio, per lo stesso motivo che anche i negozi fanno l'orario del mio ufficio. O meglio sono io che faccio gli orari di tutti gli altri. Sommati. Comunque il casco mi faceva anche male. Però non mi importava.

Provo a partire, spengo il motore. Allora riprovo, pedale in giù e metto la prima, lascio leggermente la leva sinistra e appena sento che la frizione attacca accelero leggermente. Troppo poco leggermente. La moto salta in avanti, si spegne e quasi cado. Provo a tornare indietro dieci metri ma è tanto pesante da spingere che quasi vado addosso a una tizia parcheggiata dentro una Fox bianca che ha subodorato qualcosa e mi osserva con gli occhi spalancati per il terrore. Intanto l'amico mio filma col cellulare. Immagino le risate quando lo vedranno gli altri.

Alla fine riesco a staccare i piedi da terra e dopo qualche altro tentativo li metto anche sui pedali. Al che, visto che ci sono, azzardo una seconda ma metto in folle. La moto si ferma lentamente. Scendo canticchiando la musichetta del game over. Sono stanco e felice, con le scarpe buone già segnate dal cambio dopo nemmeno mezz'ora. Strano ma vero, non me ne frega niente. Ho le gambe a pezzi un po' per l'emozione un po' per il tanto spingere avanti e indietro per questi 50 metri di via ma dentro di me ancora saltello dalla gioia. Porto Amarilla nel box, me la ammiro ancora per mezz'oretta alla luce del neon e finalmente torno a casa, dove naturalmente ne decanto le lodi a tutta la famiglia per tutta la sera.

Amarilla ovviamente è la mia bambina. In realtà ha un altro nome, però ho pensato che siccome io scrivo sotto pseudonimo sarebbe stato bello trovarne uno anche a lei. E da oggi i protagonisti del blog sono diventati due.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Non faceva ridere, ma sorridere perchè si vedeva che eri felice :) siete una bella coppia!